Magic Love: magie bianche, rosse e…

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Si, l’amore è magico, lo sappiamo tutti:vivi su una nuvoletta, hai le farfalle nello stomaco, tutto si tinge di rosa….Peccato non sia sempre così. Soprattutto se ti innamori di un simpatico bastardo e quando entri nella sua vita sei, in quel momento la numero…..vabbè, lasciamo stare. I miei primi – molti dei primi! – anni con Mr Lustrini sono stati abbastanza difficili. Ho sperimentato qualcosa mai provato prima: la gelosia. Senza però mai mostrarla, anzi giocando,  a volte con fatica, l’arma dell’ironia. Gli dicevo che lui era come l’amministratore di un condominio, e che quindi aveva un gran da fare, a correre in tutti gli appartamenti, qui perdeva un rubinetto, lì si era rotta una persiana…e solo lui poteva porre rimedio! Mentre le altre facevano scene madri, inscenavano finti suicidi, scrivevano sullo specchio del bagno quando sospettavano che sarei arrivata “ci sono anch’io + firma” col rossetto, eccetera eccetera, io sorridevo e tiravo fuori le mie battutine ironiche. Ma da qualche parte dovevo pure sfogarmi e, oltre alle chiacchiere infinite con le amiche –le vere salvatrici della mia salute mentale – intrapresi il cammino della “magìa”. Iniziato con la lettura delle carte, alternando una delle mie adorate sorelline un po’ strega che all’epoca viveva a Firenze, le cartomanti di Brera e magari anche qualche “straniera” durante i miei viaggi. Poi arrivò il pendolino, questo oggetto  in metallo o  cristallo o  pietre semipreziose,  che pendeva, appunto, da una catenella, al quale dovevi fare la domanda cruciale, che era più o meno sempre la stessa: telefonerà? Verrà? Lo vedrò?  E poi interpretare l’oscillazione. Era diventata una mania per me e praticamente vivevo con il pendolino in tasca e appena potevo cercavo di sfruttare il suo potere divinatorio. Peccato che raramente le previsioni  erano azzeccate. Ma la cosa più assurda, e se ci penso ora, più divertente, fu la scoperta del “limone del legamento”. In quel periodo avevo un’amica, diciamo “strana”, che poi ho eliminato dalla mia vita quando strana lo è diventata troppo. Ma all’epoca ci vedevamo spesso e lei, al corrente delle mie pene d’amore, un giorno arrivò tutta trionfante: aveva scoperto il limone, infallibile strumento per cementare gli amori difficili. Funzionava così: prendevi un limone, lo tagliavi a metà, lo svuotavi e dentro ci inserivi un cuore di pollo, due anelli (io compravo quelli delle tende), lo chiudevi con un nastro rosso tipo pacchetto regalo, ci conficcavi dentro degli spilli a formare due iniziali, la tua e quella del difficile e infedele amore e…udite udite, lo interravi vicino ad una pianta fiorita e lo annaffiavi due o tre volte alla settimana con acqua benedetta. Sorvolo sui furti dalle acquasantiere di tutte le chiese della città… se venivo beccata da preti o chierichetti, la scusa era sempre la stessa: la prendo per una vecchina che non può uscire di casa;  certo è che dovevo cambiare chiesa molto di frequente! Il limone, allo scadere di tot giorni (non mi ricordo il numero) andava estratto dalla terra, bruciato e cambiato con uno nuovo. Questo giochetto durò per un po’ ed era ancora il tempo in cui, vittima di questa passione che mi aveva, diciamo, un po’ destabilizzata, vivevo con il mio fidanzato ufficiale, apparentemente ignaro di tutto. L’ultimo limone, che fino ad allora aveva fatto effetto zero, lo avevo nascosto in un’ aiuola del nostro giardino, curato da lui. Approfittando di una sua assenza, avevo compiuto l’operazione di sabato. Quindi il limone era in terra, bello lustro, con le due iniziali di spilli  chiaramente visibili. La domenica pomeriggio eravamo in giardino io, due amiche vicine di casa e lui, che se ne esce con : quasi quasi zappo un po’ la terra che poi devo mettere delle piante nuove… AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! Come un fulmine porto le due amiche in casa  e spiego affannosamente la situazione:il limone DEVE sparire!!!! Vabbè che io sono provvista di fervida fantasia, ma una spiegazione così sui due piedi non ce l’ho! Usciamo tutte e tre in giardino, io mi accascio a terra vittima di uno svenimento (ovviamente finto), vengo soccorsa dal preoccupatissimo fidanzato e da una delle amiche che, sorreggendomi, mi portano dentro casa. L’altra, velocissima, a mani nude dissotterra il limone e se lo ficca in tasca. Sono passati 35 anni e il destinatario delle magie è ancora con me. Non so se sia un caso, ma da qualche anno al mattino prende solo spremute di limone…

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