Work and love. Mr Lustrini all’opera: di cameriere cinesi e altri disastri!

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Mr Lustrini in versione ti aiuto io faccio tutto io è quanto meno esilarante. Provvisto di tanta buona volontà, sul resto ha qualche lacuna….Due Natali fa sono stata operata di ernia inguinale. Dunque, per qualche giorno, non potevo fare assolutamente sforzi e, per inciso, la ferita lunga 9 centimetri mi faceva un male boia. Lui amorosamente si offrì di venirmi ad accudire nei due- tre giorni post operazione.  Passai una notte in ospedale assai dolorante e la mattina dopo, con lui, piano piano salii i tre piani di scale verso il mio appartamento. Entrando in salotto, se non avessi saputo che c’era lui, avrei pensato a un incursione di ladri, tanto era il disordine. La sera prima aveva mangiato e dormito da solo. Mi ero tanto raccomandata che, dopo mangiato, mettesse i piatti nel lavello. Difatti c’erano. E dentro ai piatti, a bagno, le bucce dei mandarini e i tovagliolini belli zuppi. Io mi ero preparata del minestrone per quando tornavo e lui lo aveva mangiato tutto. Ma sono dettagli. Ci sediamo sul divano liberato da tutti i suoi oggetti, dopo un po’ lui fa per alzarsi e..indovinate dove si poggia con forza? Ovvio, sulla mia ferita!!! Con un guizzo, che mi fa vedere le stelle, mi sottraggo al peggio. La sera cerco di preparare qualcosa da mangiare e mi muovo con estrema cautela. Ma forse l’anestesia mi ha fatto diventare trasparente, perchè lui mi dà, con forza, una sportellata del frigo…indovinate dove???? Sarò grulla, però sono stata così contenta che fosse lì a coccolarmi!
Adesso è estate, quindi abbiamo qualche piccolo aneddoto versione marinara. Ma lui non deve saperlo, perché si infastidisce molto. Pertanto quello di cui parlo è un personaggio di fantasia. Sono o non sono una scrittrice??? Ordunque…in questo periodo si sente pittore o meglio verniciatore. La sua prima vittima un bel tavolo di legno un po’ scrostato, mostra i segni del tempo. Scartavetrarlo e passarci un olio, direte voi? Nooo! Indossare una bella camicia di lino blu e iniziare a dipingere il tavolo in oggetto. Sgocciolare la vernice alternativamente sul pavimento di cotto, sulle sedie, sui cuscini delle medesime e sulla camicia. A metà dell’opera, rendersi conto che il colore ricorda molto il giallino della cacca dei neonati. Sospendere. Passare a una silhouette di legno, una cameriera con grembiule e crestina che regge un vassoio, oggetto di design, da me acquistato – e pagato caro- anni fa. Rovinata per essere stata lasciata fuori tutto l’inverno dalla signora locale Einstein, che collabora per i lavori di casa. Colori originali: viso legno naturale, grembiule nero. Colori dopo il trattamento: viso giallo canarino. Sarà tutto sto parlare della Cina? Ora io sono al mare, e lui si occupa di due grandi lanterne porta candele. Restauro e ridipingo, categorico. Ok. Stasera abbiamo deciso di cenare in terrazza, con le candele. Lui farà la catalana di aragosta. Io, risparmiosa, avevo già comprato, bollito e surgelato dei gamberi. Bocciati. Poi ho trovato una pila nel secchio dell’umido. Prima che iniziassi la mia solita filippica sul suo senso civico….”Ah Mari’, non sapevo indo’ metterla….”. Anche se ogni tanto ho voglia di strozzarlo, beh a me questo signore qui mi sta simpatico! Ah, il tavolo è stato ridipinto di un colore umano. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Ma la cameriera è rimasta cinese. Non si può avere tutto.

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