Eat & Love part 2

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E riprendiamo dalle mieĀ  due cene ā€œbidonateā€ā€¦Ovviamente perdonato ā€“ ha fatto di peggio peggissimo in questi 35 anni ā€“ LUI e i suoi lustrini vengono nuovamente invitati al mio desco. E qui inizia il mio periodo culinario piĆ¹ oscuro. Presa da unā€™enorme e inspiegabile ā€œansia da prestazioneā€, mi trovo ad interrogarmi su come si rompe un uovo, se la pasta si butta nellā€™acqua fredda o nellā€™acqua che bolleā€¦.Certo sto parlando per iperbole, ma veramente cucinavo in preda a una tale ansia che i risultati erano sempre, eĀ  sempreĀ  di piĆ¹,Ā  deludenti.Ā  Il nostro mangiava, alzando un sopracciglio, muto. Non parlava, ma la sua faccia valeva piĆ¹ di mille parole. Un giorno ā€“ nelle nostre frequenti fughe da Milano ā€“ andammo a sciare e al ritorno ci fermammo da un contadino che aveva orto e pollaio. Comprammo un pollo ruspante di quelli buoni e dei carciofi. Al suo ā€œSei capace di fare pollo e carciofi?ā€ un mio sprezzante ā€œEccerto, no!ā€ chiuse la questione. Io andai a casa a cucinare, lui al suo residence a cambiarsi, appuntamento per cena. Quello che portai in tavola era un pollo stracotto e acquoso contornato da una poltiglia verdognolaā€¦onestamente, immangiabile. Non chiedetemi come ho fatto a raggiungere tale risultato, perchĆ© onestamente non lo so.

Se poi penso che ogni weekend, a casa con lā€™ignaro fidanzato, mi trasformavo nella buona cuoca che sono sempre stata, veramente non ho spiegazione. Un raro caso di Dr Jekyll e Mr Hyde in cucinaā€¦ Questa volta lui parlĆ² e fu anche abbastanza chiaro : Ah MarƬ, fa veramente schifo! Ma come fai a rovinĆ  le cose in questo modo? Fu defenestrato, o meglio de-portato immediatamente, con la minaccia: non tornare mai piĆ¹ qui a cena, chiaro?????

PerĆ² devo dire che, forma a parte, tutti i torti non li aveva!

La nostra relazione continuĆ² lontano dai fornelli di casa mia. Le sere in cui non lo vedevo ā€“ impegnato col resto del suo harem o con la registrazione della trasmissione che a volte finiva la mattina ā€“ mi cucinavo le mie solite cose buone, che avrei fatto anche ad occhi chiusi. Una sera, verso le otto ā€“ avevo in forno un pezzetto di capretto Ā con patate ā€“ suona il telefono . Che stai a fa’? Io, sulla difensiva: sto cucinando PER ME, solo PER ME! Per farla breve, arrivĆ², si pappĆ² con somma soddisfazione capretto e patate cotti a puntino, non credendo ai suoi occhi e alle sue papille gustative!

 

Da allora io, finalmente libera del blocco gastronomico, ho prodotto negli anni una serie infinita di piatti, dal fagiano in salmƬ al piccione ripieno, dal risotto con le quaglie allā€™apple pieā€¦ Ho inaugurato un quadernino dove scrivevo i menu e alla fine della cena lui metteva un voto ā€“ e un commento – ad ogni piatto. Eā€™ pieno di otto e di nove e forse cā€™ĆØ anche qualche dieci.

Da tempo non lo usiamo piĆ¹ e ultimamente, qualche piatto lo sbaglia anche lui. Io sono piĆ¹ buona Ā e glielo faccio notare con dolcezza. PerĆ² glielo faccio notare. Come quando ha affogato dei meravigliosi scampi quasi vivi in un litro di passata di pomodoro o ha aggiunto il sale alle vongole che non aveva nemmeno fatto spurgare primaā€¦ Ma lo perdono sempre e in cucina insieme ci divertiamo un sacco.

Il mio maggior successo del magico periodo del quadernino? Aver messo in forno un soufflĆ© al cioccolato e aver fatto lā€™amore ā€“ senza ovviamente calcolarlo ā€“ per lā€™esatto tempo di cottura del medesimo!