Simona Izzo e le sue tavole: anche la pausa pranzo è una festa

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Simona Izzo e le sue tavole: anche la pausa pranzo è una festa

Nelle foto, pausa pranzo durante le riprese del film Lasciami per sempre, con Max Gazzè e Barbara Bobulova

Quando si gira un film spesso c’è il triste cestino, un panino dall’aria agée e un frutto…ma quando la regista è Simona Izzo, anche la pausa pranzo è una festa!

“Per i pranzi di lavoro – qui stiamo girando Lasciami per sempre, di cui ho fatto la regia – utilizzo le stesse regole dei miei pranzi di famiglia, tanto colore, bicchieri tutti diversi, sopravvissuti alla rottura dei vari servizi, qualcuno di mia nonna, altri comprati ai mercatini, adoro Villeroy & Boch, e adoro anche i piatti di Solimene, coloratissimi, con tanti disegni che si possono mescolare fra loro; anche le posate sono colorate così come le tovagliette di rafia; naturalmente per il film ho anche seguito i suggerimenti della scenografa, ma in generale il decor della tavola lo curo io perché in me alberga una scenografa! Di solito tutto è abbinato ai colori della casa, dal ruggine al verde muschio al giallo girasole con punte di azzurro mischiate ai gialli, quasi verde penicillina; la nostra è una casa del 600 che ha l’esigenza di rallegrarsi, le finestre non sono così ampie e ho voluto dare colori solari, così anche nelle giornate buie è luminosa.

Nella nostra grande famiglia allargata, io tengo molto alla tavola come momento conviviale e di comunicazione e ci tengo molto che tutti si siedano alla stessa ora, non facciano scuocere la pasta!

Sulla mia tavola non deve mai arrivare un formaggio nella carta, un pezzo di pizza nel cartone, non ci deve essere la bottiglia dell’acqua, se non quelle di vetro, l’acqua va versata come il vino in caraffe colorate che si armonizzano con i bicchieri e con i colori della tovaglia; i tovaglioli di carta li uso per i pranzi d’estate in esterni, sempre colorati, il piatto di carta mai e mai bicchieri di carta, nemmeno quelli compostabili, i miei ospiti anche se sono cento mangeranno in un piatto vero, magari solo quello se se lo tengono per tutto il party, lo faccio da sempre: voglio la ceramica per mangiare, anche se i piatti sono di diversi servizi, ma sempre armonizzati fra di loro. A tavola sempre il ghiaccio perché sia d’estate che d’inverno io amo il vino bianco freddo, un campanellino quando ci sono le cene ufficiali: come faceva mio suocero (ndr: Ugo Tognazzi) invece di chiamare a voce le persone che ci aiutano squilla il campanellino che fa molto divertire i miei nipoti; i cellulari cerco di evitarli a tavola, anche se i bambini ahimè se li portano sempre. Un’altra regola: mai una pentola con il cibo, a meno che non sia una pasta ripassata che quindi viene servita direttamente dalla padella perché non si raffreddi; niente tazzine da caffè di carta; pane, focaccia e grissini in dei cestini di rafia con tovagliolini di lino colorati, vicino alla tavola sulla credenza già posizionate tutte le verdure in ciotole trasparenti di vetro, così tutti vedono se ci sono fagiolini, barbabietole o insalata; l’unico bicchiere trasparente che utilizziamo è quello da vino, perché ovviamente si deve vedere il colore, quello da acqua è sempre colorato. Ultima cosa: prima di servire il dolce, togliere tutto dalla tavola, anche il pane. Il dolce deve essere il protagonista!”

Una tavola allegra colorata e gioiosa. Dove Simona è la regina dell’apparecchiatura e Ricky Tognazzi il re dei fornelli, Accoppiata vincente!

 

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Marina Baumgartner, romana di nascita e fiorentina d’adozione, vive e lavora a Milano, città che adora. Giornalista, ha scritto di viaggi, di persone, di storie fantastiche, di Paesi lontani. Ma anche di cibo e vini buoni, due grandi piaceri della vita. Lavora come copywriter per un’agenzia fiorentina, piena di belle idee e di bella gente. Ama viaggiare, molto spesso da sola, la buona musica, essere innamorata, le bollicine, gli spaghetti al pomodoro, la solitudine di fronte al mare, gli abbracci e gli amici veri. Scrivere è il suo respiro.

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